Se mi venisse chiesto quale fra i vini degustati fino ad oggi abbia sortito su di me un “fascino” particolare, posso assolutamente dire con fermezza, che uno di questi è il Ruchè di Castagnole Monferrato.
ORIGINI DEL RUCHÈ:
Del vitigno Ruchè e delle sue origini non si conosce molto, a parte che viene coltivato sin dal Medioevo sulle colline del Monferrato e in particolare nei dintorni di Castagnole Monferrato, sua zona d’elezione dove i sette comuni della DOCG formano un piccolissimo comprensorio, quasi una “perla” sulla riva sinistra del fiume Tanaro, in un area di basse colline ampiamente boscate.

L’origine del vitigno non è chiara, forse arrivò in Piemonte insieme alle truppe Spagnole che occuparono la regione nel XVII secolo; o, come vuole un’altra teoria, è approdato nell’Astigiano in periodo medievale, dalla Francia, al seguito di monaci che lo impiantarono nelle terre attorno ad un monastero oggi scomparso. Un luogo dedicato a San Rocco: da questo nome infatti secondo alcuni studiosi deriverebbe il nome Ruchè; che per altri invece rimanda alla parola dialettale che indica le “rocche” ossia le posizioni collinari più in alte.

Pressochè infinite sono le disquisizioni sull’origine del suo nome, su come sia giunto fino a qui e da dove, ma nessuna teoria prevale sulle altre, tanto che qualcuno si è spinto fino ad assegnargli l’appellativo di “vino del mistero”. Di certo si sa solo che il Ruchè per un periodo di tempo molto lungo non è stato un vitigno popolare, e la sua presenza si limitava a qualche sporadica pianta tra i filari di Barbera e Grignolino. Un tempo era utilizzato anche come uva da mensa per il suo “carattere” aromatico e l’elevata concentrazione di zucchero, nonchè per la preparazione di vini dolci e ad uso familiare
L’oblio del Ruchè è durato fino al 1964, anno in cui giunse a Castagnole Monferrato un nuovo parroco, Don Cauda, il quale scoprì questo vitigno semi sconosciuto all’interno della piccola vigna della parrocchia e, incuriosito, provò a vinificarlo: ne fu subito entusiasta! A Don Cauda si deve la riscoperta enologica del Ruchè, il curato infatti credette moltissimo nelle sue potenzialità di ottimo vino, tanto che ne iniziò una produzione sistematica e contribuì a renderlo popolare offrendolo durante le feste paesane. Grazie a lui altri viticoltori iniziarono a impiantarlo e a vinificarlo facendolo diventare una risorsa importantissima per il territorio di Castagnole Monferrato, come testimoniato dall’assegnazione dell’appellazione di vino DOC nel 1987, seguita poi dalla DOCG nel 2010.
L’AZIENDA MONTALBERA:
Una delle peculiarità che da sempre distingue l’Azienda Agricola Montalbera nel panorama Piemontese è quella di essere una realtà a cavallo tra le due grandi zone vinicole del Piemonte: il Monferrato e le Langhe. L’azienda nasce all’inizio del ventesimo secolo dalla famiglia Morando, in un territorio che si estende su ben 175 ettari vitati compresi fra i comuni di Grana, Castagnole Monferrato e Montemagno.

Da generazioni la famiglia Morando crede e investe nella viticoltura Piemontese e da anni si dedica con passione alla valorizzazione dell’autoctono Ruchè. E grazie a questo impegno costante, oggi Montalbera si pone di diritto tra le grandi realtà vinicole del Piemonte. Le fondamenta di questo successo risiedono in valori solidi e riconoscibili che si traducono con grande chiarezza nei vini prodotti dall’azienda. Rigore e progettualità. Interpretazione e terroir. Queste sono le basi della filosofia produttiva di Montalbera. Un pensiero che mette al centro di tutto il “vino frutto”, esaltando le grandi peculiarità dei vigneti, interpretandone le caratteristiche e declinandole in modi diversi, dall’acciaio al legno, dalla sovra-maturazione all’appassimento, così da valorizzare al meglio la sfaccettata personalità di ciascun vitigno.

LA VISITA ALLA CANTINA:
L’occasione dell’arrivo di parte della famiglia di Emer da Dublino ci ha dato lo spunto per andare a visitare questa favolosa e storica azienda, dandoci la possibilità di passare una bellissima mattinata tutti insieme alla scoperta delle bellezze (sempre nuove) del territorio del Monferrato, e conoscere le radici di un azienda e di un vino conosciuti ormai non solo in tutta Italia, ma ben presenti anche in un panorama internazionale.
Ore 9.00 in punto ci siamo dati appuntamento con Ettore, “storico” rappresentante dell’azienda Montalbera, con loro fin dalle origini davanti al Bar Tasso del carissimo amico Paolo “che purtroppo non è potuto venire con noi” direzione Tenuta Montalbera a Castagnole Monferrato
Il panorama, lungo le strade che ci portano fino all’azienda è quello classico e suggestivo delle colline monferrine.
L’azienda è stata da poco “ristrutturata” e i due edifici principali sorgono su una parte di collina che e stata “appianata” per poter creare lo spazio necessario alle cantine sottostanti.
La visita è iniziata direttamente dalle cantine, dove sono presenti le piccole barrique e i tonneau dove l’azienda fa invecchiare il Barbera del Monferrato e quello Astigiano, in quanto, pur essendo un eccellenza nella produzione di Ruchè, ho piacevolmente scoperto che non mancano di produrre e “sperimenta” continuamente con altre tipologie di vini come: Grignolino d’Asti (38 ettari), Barbera d’Asti (28 ettari) Moscato d’Asti (15 ettari) Barbera del Monferrato (8 ettari) Viognier (6 ettari), oltre ai 7 ettari totali che l’azienda ha acquistato nelle zona delle langhe dove viene prodotto Barbaresco e Barolo.

Una “curiosità” riguardante le botti, è che una parte delle barrique viene acquistata da un produttore francese che le prepara direttamente oltr’Alpe, mentre una un’altra parte di rovere viene acquistato in Francia e viene poi assemblato e preparato da un produttore Italiano in modo da poter meglio interfacciarsi con l’azienda riguardo ai metodi di preparazione ed alla tostatura del legno.
Da un mese circa l’azienda ha voluto provare a sperimentare un nuovo contenitore dove inserire il vino, nello specifico il loro grignolino, provando ad utilizzare dei recipienti di terracotta che provengono da una zona vicino Firenze. Zona non scelta a caso in quanto la terracotta che viene prodotta in quella determinata area è l’unica in Italia che non abbia effetti “negativi” di rilascio di sostanze deletère per il vino.

La cantina è semplice ma ben strutturata, con spazi ampi e ben arieggiati, una temperatura che rimane pressochè costante intorno ai 12 gradi con una percentuale di umidità del 70% (condizioni ideali che si cercano di mantenere in cantina) e una zona dedicata allo stoccaggio della produzione che andrà all’estero.
Non è inusuale che l’azienda organizzi degustazioni se non addirittura cene direttamente in cantina in mezzo a tonneau e barrique. Momenti conviviali e di scambio che portano a stringere nuove amicizie, per questo Montalbera ha pensato ad una zona dedicata a questi momenti, e una piccola ala della cantina e stata attrezzata per ricevere le bottiglie che vengono regalate da altri produttori (un po come quando una volta ci si scambiava le figurine dei calciatori).
LA DEGUSTAZIONE:
Alla fine della visita alle cantine, siamo poi passati nella zona dello “shop wine” dove insieme a Paolo Gallo, giovanissimo ed esperto enologo dell’azienda, abbiamo avuto il piacere di degustare una serie di vini differenti fra cui due vini della tradizione del Ruchè di Castagnole Monferrato, una bollicina e il loro Barolo.
- ___Spumante Extra Dry Cuvèe Blanche
Zona di produzione:
Castagnole Monferrato, Piemonte.
Vigneto:
sistema di allevamento Guyot basso con 9-10 gemme sul capo a frutto.
Vitigno:
Barbera 100% lavorata in purezza.
Vinificazione:
di uve Barbera in purezza. Spumantizzazione metodo Martinotti-Charmat lungo. Vinificazione innovativa ed esclusiva sul vitigno Barbera.
Affinamento:
maturazione in vasche di acciaio inox e successivamente in bottiglia posizionata in senso verticale per almeno 6 mesi.
Colore:
giallo paglierino tenue, evoluzione in dorato dopo il primo anno di bottiglia.
Profumo:
bouquet fine, persistente ed equilibrato, con note fiorite e delicate, richiami netti alla frutta bianca e alla mela verde.
Aspetto visivo:
spuma abbondante con buona persistenza di una tenue corona. Perlage fine e continuo.
Sapore:
gran morbidezza e armonicità, di corpo ed equilibrio, con note di frutta bianca.
- ___Ruche di Castagnole Monferrato D.O.C.G “Laccento“
Zona di produzione:
Castagnole Monferrato, Piemonte.
Vigneto:
sitema di allevamento Guyot basso con 7-8 gemme sul capo a frutto.
Vitigno:
Ruchè di Castagnole Monferrato. Vigne vecchie di oltre 25 anni.
Vendemmia:
parte in sovra-maturazione direttamente in vigneto (circa il 90% della produzione) e parte (circa il 10%) in appassimento direttamente in vigna.
Resa per ettaro:
75 Q.
Vinificazione:
per la parte raccolta in sovra-maturazione: in rosso con premacerazione a freddo nei primissimi giorni di lavorazione e breve post-macerazione a caldo al termine della fermentazione. Durata totale a contatto con le vinacce 14-16 giorni.
Affinamento:
minimo 6/8 mesi in bottiglia posizionata orizzontalmente a temperatura non superiore ai 10 gradi per l’importante residuo zuccherino. Longevità 6-8 anni.
Colore:
rosso rubino intenso con importanti riflessi violacei in gioventù, tendenti al granato dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia.
Profumo:
intenso, persistente, cenno di aromaticità in petali di rosa e frutti di bosco in confettura.
Sapore:
caldo, piacevole di rara setosità.
- ___Ruche di Castagnole Monferrato D.O.C.G “Limpronta“
Zona di produzione:
Castagnole Monferrato, Piemonte.
Vigneto:
sitema di allevamento Guyot basso con 7-8 gemme sul capo a frutto.
Vitigno:
Ruchè di Castagnole Monferrato 100% lavorato in purezza.
Vinificazione:
tradizionale in rosso, con pre-macerazione a freddo nei primissimi giorni di lavorazione e breve post-macerazione a caldo al termine della fermentazione. Durata totale a contatto con le vinacce 12-14 giorni.
Affinamento:
maturazione effettuata in tonneaux di rovere francese selezionato “grande resérve”, per circa 10-14 mesi in base all’annata. Stemperamento in vasche di acciaio inox per circa 2 mesi e successivamente affinamento in bottiglia posizionata in senso orizzontale a temperatura controllata per almeno 6 mesi. Longevità 7-10 anni.
Colore:
rosso rubino tendente al granato.
Profumo:
intenso, persistente con tendeziali ricordi aromatici e sentori tipici di frutti di bosco, che evolgono in spezie orientali e pepe nero.
Sapore:
potente e caratteristico al palato, di grande persistenza.
- ___Barolo D.O.C.G “Levoluzione“
Zona di produzione:
La Morra, Piemonte.
Vigneto:
sistema di allevamento Guyot basso con 7 gemme sul capo a frutto, sesto di impianto di oltre 5300 piante per ettaro.
Vitigno:
Nebbiolo varietà Michet e Lampia 100% lavorato in purezza.
Vinificazione:
tradizionale in rosso, con attenti rimontaggi e follature per tutto il periodo della vinificazione.
Affinamento:
affinamento di 38 mesi di cui per oltre 30 mesi in botti di legno tradizionali e barriques e successivamente in bottiglia per oltre 12 mesi.
Colore:
rosso rubino con deliziosi riflessi granati, mantiene quel dinamismo cromatico che ne stimola la beva. Brillante e caratteristico
Profumo:
vinoso, ampio, intenso e persistente con sentori di noce moscata, radice di china, confettura, liquirizia e deliziosi sbuffi erbacei e note speziate.
Sapore:
pieno, generoso, armonico, vellutato. Intrigante e aristocratico. Di corpo tannico, elegante, teso e sapido.
Quanto ti invidio amico mio! ❤
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